“Il Paese non crescerà se non insieme”. Parte da questa convinzione la nota della Cei sull’autonomia differenziata. Il testo, approvato dal Consiglio episcopale permanente il 22 maggio nel corso dei lavori della 79ª Assemblea Generale, raccoglie e fa proprie le preoccupazioni emerse dall’episcopato italiano. “Questa convinzione ha accompagnato, nel corso dei decenni, il dovere e la volontà della Chiesa di essere presente e solidale in ogni parte d’Italia, per promuovere un autentico sviluppo di tutto il Paese”, si ricorda nel testo sulla scorta dei due documenti “Chiesa italiana e Mezzogiorno”, rispettivamente del 1989 e 2010: “È un fondamentale principio di unità e corresponsabilità, che invita a ritrovare il senso autentico dello Stato, della casa comune, di un progetto condiviso per il futuro”. “Sono parole molto attuali anche oggi, in cui si discutono le modalità di attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, secondo quanto consentito dal dettato costituzionale. Ed è proprio la storia del Paese a dirci che non c’è sviluppo senza solidarietà, attenzione agli ultimi, valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune”. “Ci dà particolare forza l’esperienza di sinodalità delle nostre Chiese, grazie alla quale stiamo crescendo nella capacità di camminare insieme come comunità cristiane e con i territori e la comunità civile del Paese”, testimoniano i vescovi italiani, secondo i quali la parola “insieme” è “la chiave per affrontare le sfide odierne e la via che conduce a un futuro possibile per tutti”.
2024-05-28