MESSAGGIO DEL VESCOVO PIETRO
“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”: così rispose Simon Pietro quel giorno a Gesù che, dopo il discorso sul Pane, aveva posto ai dodici una precisa domanda: “Volete andarvene anche voi?”.
Racconta il Vangelo che molti dei suoi discepoli erano tornati indietro e non andavano più con Lui; perciò, Gesù – forse perché accortosi che anche il cuore dei dodici era abitato dal dubbio e cresceva in loro una certa esitazione – aveva posto loro quella domanda: “Volete andarvene anche voi?” (cfr. Gv 6,66-69).
Mentre si fa vicina la festa della Pasqua, nel rileggere nei vangeli i racconti della resurrezione, mi è venuta alla mente in questi giorni quella parola di Pietro: “Signore, da chi andremo?”. Quante volte, lungo i secoli, da tanti, quella espressione del pescatore di Galilea è stata pronunciata, e quante volte, probabilmente, l’avrai ripetuta anche tu! Ti confesso che a me quel “Signore, da chi andremo?” piace proprio tanto e mi è dolce spesso ridirlo nel segreto del mio cuore o anche, come in questo momento, condividerlo con chi mi ascolta o mi legge. Sì, da chi andremo?
Soltanto il Signore Gesù ha parole di vita eterna, che aprono cioè a una vita piena, che sono, per chi le accoglie, semi di resurrezione! Chi crede in Lui, ne fa esperienza; chi si fida di Lui, lo riconosce! Per questo Pietro dice a Gesù: “noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
Papa Francesco, commentando la risposta di Simon Pietro, ha detto: “Tutto quello che abbiamo nel mondo non sazia la nostra fame d’infinito. Abbiamo bisogno di Gesù, di stare con Lui, di nutrirci alla sua mensa, alle sue parole di vita eterna! Credere in Gesù significa fare di Lui il centro, il senso della nostra vita. Cristo non è un elemento accessorio: è il “pane vivo”, il nutrimento indispensabile. Legarsi a Lui, in un vero rapporto di fede e di amore, non significa essere incatenati, ma profondamente liberi, sempre in cammino”. E ha concluso: “Ognuno di noi può chiedersi: chi è Gesù per me? È un nome, un’idea, soltanto un personaggio storico? O è veramente quella persona che mi ama, che ha dato la sua vita per me e cammina con me?” (Angelus, 23 agosto 2015).
Carissima, carissimo, la Pasqua è l’occasione per accogliere lo Spirito del Risorto che vuole rinnovare la nostra fede e fare nuova la nostra vita. Auguro a me e a te di permettere al Signore Gesù, che ci ha amati e ha dato sé stesso per noi, di farsi presente nella nostra vita, perché ci dia grazia di resurrezione e ci doni la sua Pace. Se Lo accoglieremo, nonostante le nostre miserie, i nostri peccati, Cristo vivrà in noi e noi, come le donne che andarono al sepolcroe come gli apostoli, poveri uomini, paurosi e dubbiosi, con la nostra vita annunceremo il Risorto al mondo.
Di ascoltare e riascoltare quella notizia, la più bella notizia -che Cristo cioè è risorto e ha vinto il peccato e la morte – abbiamo bisogno tutti: noi stessi, le nostre famiglie, le realtà che viviamo ogni giorno, le nostre comunità, la nostra Chiesa, le nostre città e il nostro Paese, l’intera umanità.
“Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Sì, prova a dirglielo: da chi andrò? Solo Tu, Signore, hai parole di vita eterna! Oppure, parafrasando il Salmo 61,di’così: solo in Gesù, mio Signore e mio Dio, riposa l’anima mia: da Lui la mia speranza. Lui solo è mia roccia e mia salvezza, mia difesa: non potrò vacillare. Nel Signore Gesù è la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Lui: mio Dio e mio tutto.
Santa Pasqua di Risurrezione!